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Siamo tutti schedati | Qui e ora di Paolo Bruni

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

15
MAR
2019

Una delle tendenze sociali che si stanno rapidamente diffondendo è la classificazione degli uomini. Non è solo una riscoperta del feudalesimo medievale ma un’attitudine che tende a suddividere la popolazione secondo le proprie esistenze. Nel corrente periodo, la classificazione sta, perfino, sfociando nella schedatura giustificata dalla necessità di avere una conoscenza compiuta della società. Le scelte, in realtà, sono molto più strumentali e se possono trovare una vaga giustificazione nel settore del marketing e della pubblicità mirata, non lo sono per nulla in merito ai rapporti fra individui della stessa comunità. Il problema, evidentemente, non riguarda chi, per scelta, esterni palesemente i suoi gusti, le sue predisposizioni, le sue tendenze politiche e sociali ma chi, al contrario, le viva senza spiegarle o giustificarle. La necessità di categorizzare, colpisce principalmente questi in tutti i campi, da quello esteriore al pensiero intimo. Facciamo, quindi, una disamina dei luoghi comuni che, spesso, finiscono per dividere la società in base a superficiali osservazioni dell’esteriorità. Partiremo da quella più banale indotta dalla situazione politica vissuta in questo momento nel Paese: se si dissente dalle attuali direttrici del governo italiano, si è schedati come “comunisti” o aderenti al PD, ignorando quindi tutte le possibili influenze filosofiche, etiche, religiose, morali, culturali che influiscono in merito ai singoli individui. Abbiamo citato uno dei maggiori paradossi proprio per spiegare la tendenza ma, in realtà, la classificazione è molto più sottile e, pur di arrivare a una rapida conclusione, si basa su canoni non sempre giusti, anche se, a volte, si riferisce a richiami ideologici o etici molto più elevati. Spesso si considera che il pensiero di sinistra, ad esempio, sia incompatibile con l’accettazione dell’esistenza di una divinità suprema. Secondo diffusi schemi, scegliere di aderire a pensieri sociali e collettivistici o porre accenti critici sull’ordine sociale precostituito, non è compatibile con il credere nell’esistenza di un dio. Eppure, perfino la scienza non pone limiti in tal senso. Così come avere una visione in merito all’interruzione di gravidanza. Si può, infatti, vivere una forte sofferenza pensando all’aborto anche essendo progressisti e liberi pensatori considerando accettabile questa pratica solo nei casi di estrema necessità. Non sono contraddizioni bensì attenzioni per l’individualità, ben differente dall’individualismo, propedeutica alla formazione della personalità quale necessario stimolo alla crescita. Un altro esempio riguarda i gusti di chi, anche abbracciando un pensiero socialista, mostri grande interesse per tutto quanto sia bello, artistico, raffinato, esclusivo. Anche in questo s’incorre in errore perché chiunque miri a un benessere comune, non deve confonderlo con l’obiettivo dell’omologazione cui è preferibile la condivisione e la diffusione del buon gusto, dello stile e della bellezza. Raffinare i gusti permette, infatti, di scegliere liberamente, assecondando le proprie affinità senza alcuna limitazione o disparità rispetto i propri simili. Nello stesso modo, si può decidere di delegare parte delle proprie scelte politiche, economiche e sociali, affidandosi a un’élite, a condizione che sia davvero tale e agisca nell’interesse comune, anche restando un civilissimo membro della società civile. Nell’uso della spicciola classificazione, si rischia facilmente di essere tacciati di antisemitismo, anche se si condannano le atrocità della shoah, solo perché si criticano le scelte politiche ed espansionistiche di Israele. Evidentemente, la generalizzazione e la relativa classificazione sociale sono originate dalla scarsa conoscenza e dall’eccessiva massificazione degli individui che, da esseri pensanti, sono tutti differenti fra loro e condividono solo alcuni pensieri comuni. Nonostante una sequenza interminabile di episodi del presente e del recente passato indurrebbero a rivedere alcune teorie fisiognomiche di Giovanni Battista Della Porta per quanto il pensiero distorto, condizionato e degradato riesca a mutare anche l’aspetto fisico, la classificazione degli individui è sempre sbagliata e le distorsioni dell’uomo, salvo patologie, sono solo una conferma di quanto sia importante la cura dello spirito, dell’intelletto, dell’etica e della dignità che, se coltivate non indurrebbero in eccessi disastrosi. “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza” con queste poche parole Dante sintetizzò la conoscenza quale requisito fondamentale per la valutazione degli altri e delle situazioni.

 



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